<<Ah! Ora stai chiedendo troppo>>, rispose Gandalf. <<Il poco che so della sua lunga e lenta storia empirebbe un racconto per il quale ora non abbiamo tempo sufficiente. Barbalbero è Fangorn, il guardiano della foresta; è il più vecchio degli Ent, l'essere vivente più antico che cammini oggi sotto il sole nella nostra Terra di Mezzo. Spero veramente, Legolas, che tu possa incontrarlo. Merry e Pipino sono stati fortunati: lo incontrarono proprio qui. Egli venne due giorni fà e li portò seco nella sua dimora, tra le radici delle montagne. Sovente viene qui, soprattutto quando la sua mente è inquieta, e le notizie del mondo esterno lo turbano. Lo vidi quattro gioni addietro avanzare a gran passi fra gli alberi, e credo che anche lui mi abbia scorto, poichè si fermò; ma io non dissi nulla, greve com'ero di pensieri, e stanco della lotta con l'Occhio di Mardor; Barbalbero non mi rivolse la parola, né pronunciò il mio nome>>.
Questa è la descrizione data da Gandalf su Barbalbero, il più vecchio degli Ent, e l'essere più antico dell'intera Terra di Mezzo.
Fa la sua prima apparizione, nel capitolo IV de "Le Due Torri", quando salva i due giovani Hobbit, Merry e Pipino dagli Urukai.
Si avverte subito, che questo sia uno dei personaggi più singolari dell’intera storia. A parte l’aspetto, simile ad un albero, già la prima impressione avuta da Pipino,
<<Sembrava vi fosse dietro le pupille un enorme pozzo, pieno di secoli di ricordi e di lunghe, e lente e costanti meditazioni; ma in superficie sfavillava il presente, come sole scintillante sulle foglie esterne di un immenso albero, o sulle creste delle onde di un immenso lago. Non so, ma era come se qualcosa cresceva nella terra quasi in letargo, o consapevole soltanto della propria presenza tra la punta delle radici a quella della delle foglie, tra la profonda terra e il cielo, si fosse improvvisamente destato e ci stesse considerando con la stessa lenta attenzione che aveva prestato ai propri problemi interiori per anni e anni>>.
si percepisce, che il vecchio Ent sia un personaggio profondo, più di quanto il suo aspetto strano, e la lentezza dell’intera sua vita, possano far pensare. Infatti Barbalbero, si porta dietro un grande bagaglio di conoscenza e saggezza, acquistato durante la sua lunga esistenza.
Vita, che come quella di tutti gli Ent, è caratterizzata principalmente da due cose: perennità e la solitudine. Perché, come visto Barbalbero è l’essere più antico della Terra di Mezzo, creato con la terra stessa, e quindi la sua figura non può non far pensare a qualcosa che di perenne, che continui ad esserci nonostante tutto. Un eternità solitaria però. Perché come si apprende dalla storia, il numero degli Ent è sempre minore. Perché tutte le Entesse sono scomparse, e quindi non ci possono essere degli Entini. E poi perché molti Ent, piano piano, come dice lo stesso Barbalbero, iniziano a vegetare, e pur se rimanendo in vita, conducono un esistenza sempre più simile agli alberi.
Solitudine che viene ancora sottolineata, dal dal fatto che loro, anche perché sono sulla terra da tantissimo tempo, sono diventati per la maggior parte abitanti della Terra di Mezzo (ad eccezione di Gandalf e gli Elfi), figure “fantastiche”, protagonisti solo di favole e leggende arcaiche.
<<Gli Ent!>>, esclamò Aragorn. <<C’è dunque un fondo di verità nelle antiche leggende che narrano degli abitanti delle profonde foreste e dei giganteschi pastori d’alberi? Vi sono dunque ancora degli Ent al mondo? Credevo fossero un tenue ricordo di tempi che furono; pensavo persino che si trattasse soltanto di una leggenda di Rohan>>.
dice Aragorn a Gandalf, quando lo stregone gli dice che i due Hobbit sono in compagnia di Barbalbero
<<Ent!>>, disse infine. <<Dalle ombre della leggenda incomincio a intravedere, credo la meraviglia di questi alberi. La mia lunga vita mi permette di vedere tempi assai strani. A lungo abbiamo curato le bestie e i campi, costruito case, forgiato attrezzi, e più volte abbiamo galoppato a Minas Tirith per aiutarla nelle guerre. Noi chiamavamo ciò la vita degli uomini, il corso del mondo. Ci occupavamo poco di tutto ciò che si trovava oltre i confini del nostro paese. Vi sono canzoni che parlano delle cose alle quali alludi, ma le stiamo dimenticando, e si insegnano solo ai bambini, come una qualunque consuetudine. E ora le canzoni giungono fra noi da luoghi strani e camminano sotto al sole innanzi ai nostri occhi!>>.
le parole di Re Theoden, quando incontrò gli Ent
Ma proprio per questi motivi, Barbalbero è il personaggio che più caratterizzi la Terra di Mezzo. Perché trasmette quella stessa sensazione di eterna malinconia. Perché Barbalbero, come la Terra di Mezzo, continuerà a esserci, nonostante tutte le cose belle e brutte che accadranno, ma sarà destinano col passare del tempo, a essere lo specchio di tutte le cose che furono, e che mai più saranno.
E quindi chi meglio, del vecchio Ent, può raccontarci le vicende di tutte le ere della Terra di Mezzo ;-)